mercoledì 9 giugno 2010

Il tram a muro (parte I)

Sono sveglio da quattro ore e sto fumando la quinta sigaretta.
Napoli, alla fine, è sempre quel posto privo di regole che condiziona anche la mia scelta di non fumare.
Sto bene, ma attorno è come se fosse tutto di plastica.
Questa era la città di quando avevo vent'anni e nonostante sia rimasta uguale, per me è solo finzione.
I palazzi, le strade, i posti che mi hanno visto ragazzino e adolescente sono sempre lì, statici, immersi nello stesso clima, con le stesse facce. E non può essere vero.
Non può non essere cambiato niente. Eppure...
Le donne, che sono bellissime e cariche di sensualità, hanno lo sguardo basso, sono arrese.
Portano sulle spalle il peso di una vita piena di emozioni forti ma destinata all'infelicità, all'insuccesso. Con il tempo mi immagino che perderanno anche loro la voglia di sognare e si accontenteranno di una vita senza immaginazione.
E' triste.
Basterebbe così poco per mostrare a questa gente, alla mia gente, che tutto è possibile. Anche l'amore è veramente possibile, essere felici, trovare il proprio spazio su questa terra, è tutto a portata di mano. Basta andarsene.

Ho detto che sto bene?
No sto male, sono un disadattato.
Alle volte mi andrebbe di urlare in faccia ai miei amici rimasti qui che non bisogna arrendersi.
Altre volte mi assale la tristezza e vorrei scappare via e non tornare più.
E da quando ho messo piede qui ho una voglia matta di vedere S. che normalizza tutte le mie paure e sà ascoltare. Quanto è arrivata a conoscermi!
Si perchè Napoli è piuttosto ostile con i suoi figli che se ne sono andati.
Ma S. è a Verona e non la vedrò per qualche altro giorno ancora.

La mia missione qui è quasi conclusa.
Dopo aver salutato i miei genitori, gli zii, i nonni e dopo aver fatto il valtzer dei pranzi familiari sono pronto a dimenticare che qui c'ho lasciato l'anima.
L'ho sotterrata da qualche parte tra il quartiere-pancia e il vecchio istituto superiore.
Lì da qualche parte, sui muri e per le strade, ho lasciato il fiore delle mie passioni, ho lasciato donne che ho amato, ho lasciato amici che pensavo eterni.
E non c'è nulla di più triste che realizzare di aver perso tutto.
Insomma io qui non c'entro più nulla.
E la mia unica colpa è di essere andato via.

Sono tremendamente triste. Oggi.

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