lunedì 29 dicembre 2008

foto 2/2

Sono un romantico e un nostalgico, ma non chiedo scusa.
é vero che fuori impazza l'ennesima entifada.
E' vero che il pensiero (e anche i denari) vanno a quei due milioni di prigionieri ingiustamente torturati a Gaza.
E' altresì vero che qui da noi c'è crisi. Che ho la febbre da tre giorni e ogni volta che tossisco, gli occhi vorrebbero volare via dalle orbite.
Ho una tosse da tubercolotico.
Questo imprevisto malanno mi impedirà di mantenere alcune promesse alle quali pure tenevo.

Pero mi sento distrutto, le ossa rotte, la navidad intossicata.
Quindi ho continuato a scavare nel cascione dei ricordi.
E sono spuntati orologi, lettere, biglietti di auguri, un'agenda con mille testi, corde di chitarra, mouse, medaglie di sci e nuoto.
E le foto. Altre mille foto.
Compresa quella di Obiettivi Rossi da first lady.
Ci teneva a vederla e allora perchè non pubblicarla sul blog?
Poi la smetto lo giuro.
Intanto a guardare quei tanti volti delle foto mi è scesa ancora di più la malinconia.
C'è una foto in particolare con due ragazzi spagnoli, una olandese e una russa, conosciuti in francia talmente tanti anni fa.
Mi piacerebbe saperli in salute, e invitarli magari qui, un giorno. Chissà.


domenica 28 dicembre 2008

foto

Direttamente dallo scatolone delle foto.
Solo che le ho fotografate dalle originali, non ho lo scanner.
godetevele
GZ














lunedì 22 dicembre 2008

annus lactucae.

Ci ho provato,
giuro che ci ho provato a credere in Dio.
Stasera in macchina tornando a casa dalla palestra.
Mentre cercavo nell'immenso cosmo un suo segno, mi è parso chiaro che non esiste nessun dio.
A suggerirlo è stato lo scoprire che il radiatore ha una perdita, dopo due giorni che ho portato la macchina dal meccanico.

Piuttosto da oggi crederò nell'insalata, nella lattuga.
Perchè è qualcosa di tangibile, di vero, con tutte le vitamine, i sali minerali, i composti sani, le molecole salutari.
Credere ed adorare la lattuga fa bene alla salute, per davvero.
E se poi alla fine non c'è il paradiso, possiamo certamente affermare che questa vita sarà stata meno un inferno.

Guardiamo gli altri vantaggi:
la lattuga non ti chiede di costruire chiese enormi e inutili in suo onore.
Non vuole oboli in denaro in cambio di assoluzione dai peccati.
Non si è mai vista crocifissa una foglia di lattuga.
La lattuga non risorge...dallo stomaco.
Fa bene alla digestione, ha più sapore dell'ostia.


La trinità: lattuga, olio d'oliva e aceto balsamico di modena valgono infinitamente di più del corrispettivo cristiano.

Insomma la lattuga batte Dio dieci a zero.

Da oggi scriveremo Lattuga con la lettera maiuscola.

The office parte 2

Questo pianeta lo stiamo divorando.
Nel mio ufficio per mandare un documento via email :

Si apre il file, lo si stampa, lo si scannerizza, e lo si invia per email. (il file è sempre stato sul computer pronto per essere inviato senza passare per stampante e scanner)

Giovedì, passeggiando per i corridoi del mio piano, ho chiesto cosa facessero tutti quei colleghi ventenni vestiti come l'arcobaleno, sorridenti, coi cappellini, le matitine, e le scrivanie piene di minchiate.
Risposta disarmante:
Loro fanno parte dell'ufficio "fantasia e creatività".
Ho provato un moto di odio e di invidia che li avrei uccisi all'istante.

Non c'è futuro. Ma è sorprendente che camminiamo ancora su questa terra!
Fine.




Saremo a Napoli il pomeriggio del 24, oggi mi son chiesto se e quando metteranno anche me tra i pastori del presepe a San Gregorio Armeno.
Il mio merito?

Suggeritemelo.

sabato 20 dicembre 2008

Confessioni profonde.

Esistono le coincidenze storiche?
Niente di cervellotico, tranquilli.
Sono quelle date da cui partono o si intrecciano piu storie.
Come le mie per esempio.

Deve essere stato un caso che il libro di scuola guida che ho tirato fuori mia dalla libreria per prestarlo a Silvia avesse in una pagina un foglio di calendario del 2000.
Giugno 2000.
E' di quei calendari verticali dove puoi segnarti un appunto su ogni giorno.
E nel duemila io ho segnato la data del 24.
Ventiquattro giugno 2000.
C'è un appunto di fianco al numero, dice : D.

L'ho letto oggi per la prima volta.
Il 24/6/2000.
Un buco iperspaziale mi si è aperto in fronte e mentre le immagini si andavano accavallando sono stato risucchiato nel vortice dei ricordi.
Maledetti ricordi.

Per esempio ricordi che era sabato?
Che la tua buona stella sembrava offuscata. Che avevi voluto consolare qualcuno che pure era stato importante. E che questo ti aveva svuotato l'anima.
Quella sera, a zonzo con gli amici, avevi incontrato D. per caso e le avevi chiesto di unirsi a voi.
Qualche ora dopo eravate lì nella macchina di qualcuno a sbaciucchiarvi.
Ricordi la faccia di R. (che ha sepre negato di voler essere al tuo posto quella sera).
Ricordi gli sguardi imbarazzati di D. e i mezzi sorrisi.
Stava iniziando un amore, ma non era il tuo.
Eh no perchè tu e D. avete sempre ballato due ritmi diversi. E mentre lei si lasciava andare per darsi completamente a te, tu eri con la testa tra le gambe di un'altra.
Ti ricordi che però hai pianto per lei? Che quando è partita per le vacanze hai ascoltato la vostra canzone per una settimana intera con il telefono in mano aspettando che chiamasse?

Se ti ricordi tutto questo allora dovresti pure ricordarti che:

La tradisti una decina di volte, con almeno tre ragazze diverse, che le mentisti, che facesti di tutto per mandarla via.
Che non sopportavi le sue debolezze. E mentre lei cercava la sua dignità con fierezza tu l'affossavi dandole la colpa di tutto.
Ti ricordi eh? che gran pezzo di merda che sei stato!
Ti ricordi che non sapevi piu di cosa parlarle? Cercavi di distruggere ogni vostro piano insieme.
E lei ti aveva anche detto di volere un figlio con te.

Aspetta, con calma. Ci sono due te.
Uno che l'ha amata, anche se solo per un mese.
E un altro che odiava la vita, odiava la vita con lei. E i tuoi amici del cazzo.
E le canne che ti facevi per non pensare.
E l'università che non andava da nessuna parte.

D. divenne l'unico legame che ti tratteneva nella tua città natale.
Ma nella tua testa avevi già deciso di andare via.
Bisognava mollare gli ormeggi... magari però senza dare fuoco alla cima.

Cosi partisti e non hai mai rimpianto quella scelta.
Però ad ogni ritorno la cercavi per soddisfare quelle umane voglie godereccie.
E lei invece ancora ti amava.

Quando D. si convinse di averti perso si lasciò andare. E le brutte amicizie erano proprio dietro l'angolo.
Si confidò con te.
Però avevi ventun'anni e nessuna idea di cosa fare.
Così lasciasti che fosse la rabbia a invaderti.
E per parecchie notti non dormisti stramaledicendo l'umanità intera.

Quando trovasti la risposta e soprattutto una domanda, la chiamasti per riaverla con te.
Ma era già troppo tardi.

Sono passati otto anni dal 24 giugno 2000, e tu hai rimosso. Ovvero hai lasciato che il mosaico di ricordi fosse nascosto dalla vegetazione del tempo.

Non ti chiedere se ti ha cancellato dalla sua rubrica, se non ha nessuna voglia di vederti, se per lei sei poco piu di un fastidio.
Perchè è sicuramente così.
E tu, Zax, te la meriti la sua indifferenza.
E anche un po' di quel dolore che le provocasti, almeno un po'.
Perchè lei non ti chiamerà mai più, non ti cercherà e ti respingerà tutte le volte che ti avvicinerai.

Ma vaffanculo.
fine





E per non uscire fuori tema la prossima volta se mi va vi racconto quali altre storie, parallele e non, sono nate o finite quel 24 giugno del 2000.
Per oggi basta, che fa già tanto male così.
Zax

mercoledì 17 dicembre 2008

Natale. (aggiornato)

'scolta, nemo zò a ber un cafè?
No ghe mia!
Com'è là butei?


Ogni giorno, gratis per voi, qualche parola di dialetto veronese assolutamente incomprensibile.
Una nuova entusiasmante rubrica per gli afecionados di questo blog.

E pensate che i miei colleghi parlano solo così tutto il giorno.
Tra un cafè, un pranzo, e due conti: "Va là ghe no ghe mia tempo de imparar le italiano 'scolta."


Office update.
Piu mi accorgo di imparare a gestire l'amministrazione e la contabilità della compagnia, più perdo contatto con il mondo reale.
Qui alle otto e trenta i meno diventano più, il dare è un avere e viceversa, il "reso" è dato, il dato è reso e il dado è tratto.
Quando parliamo di un cliente ci dimentichiamo la sua faccia, che neppure mai vediamo, o cosa acquisti o cosa venda. Per noi è un numero complesso, con molti zero, dei meno e dei piu, delle sigle, delle F e delle G,degli effetti, delle flag, dei check, dei batch, bank, bone, e son of a bitch.

Voglio restare coi piedi per terra, cosi quando tra le scrivanie volano i nostri termini economici mi astraggo, penso a culi e tette e fighe. Scelgo il mio essere bestia, almeno sono ancora sicuro di restare umano.
Alle 17,30 spengo i numeri e accendo il cervello.
Fine.






L'amore non è un fisico attraente. Dimenticatevi di questo.
L'amore non è un tanga nè un reggiseno push-up, nè le mutande con la molla e la marca ben in vista fuori dai pantaloni.
L'amore non è togliersi le sopracciglia. O strapparsi i peli dal naso.
L'amore non è il peso. L'amore non è il profumo costoso, neanche quello economico.
L'amore non è una doccia (che pure però fa bene).
L'ultimo pantalone di marca o le scarpe argentate.
L'amore non è l'odore inconscio dell'altro sesso, nè gli ormoni.
Non è la mascella squadrata e i muscoli scolpiti.
L'amore non è il riflesso della pubblicità ingannevole che ci vuole tutti fighi secondo i canoni scelti da quattro disadattati.
L'amore non è a prima vista. Neanche alla seconda e comunque non si nasconde dietro occhiali da sole in piena notte.
L'amore non ha la macchina piu costosa.
L'amore non ti costringe a passare cinque ore nei negozi alla ricerca di un vestito.
L'amore non ti toglie tempo alla lettura, non ti vuole tutto per se sempre.

Neanche noi che l'amore lo abbiamo intravisto qualche volta, siamo in grado di dire cos'è l'amore.
Eppure noi che non ci lasciamo conformare, sappiamo che esiste.
Gli altri, lì fuori, moriranno cercandolo tutta la vita.


Obiettivi rossi aggiunge:

L'amore non è un privilegio.
Non è un merito, una cosa da guadagnarsi.
Non è una tegola in testa, non capita.

L'amore è.
E se sai spiegarlo con precisione.
Non è.l'amore è come l'orgasmo. quando ti chiedi se forse è. se ci devi pensare.. non è :)






In fine una comunicazione di servizio:
R. ho letto che sei a Napoli il 24.
Ale anche tu.
Anche noi arriviamo.
Allora andiamo a cena fuori una sera? Come l'altra volta?
A noi farebbe piacere.
Zax

domenica 14 dicembre 2008

Dell'esistenziale che segue i post della sett. scorsa e poi basta!

Avviso ai naviganti.

Io sto in pace.

E intanto in casa Zax le cose sono tornate a funzionare.
Il meccanismo ad incastro di svizzera precisione ha ripreso il suo eterno lavoro. (Silvia l'ha chiamata "famiglia", noi due siamo una "famiglia")

Nessuna novità sul fronte del lavoro. Fila tutto liscio, finché mi occupo di cose che non capisco.

Ma ho come l'impressione di essere finito nell'ufficio: complicazione affari semplici.

Io odio i numeri.
Ragionier Zax.


Volevo tornare a parlare dell'anno 1999. Mi sono accorto che è stato un punto di svolta.
E' allora che ho conosciuto D. (la lei che mi ha tormentato nelle ultime due settimane)
E' anche l'anno del mitico viaggio Euronavigator.
E' l'anno in cui ho svuotato l'anima.
E' l'anno in cui ho conosciuto F.
E' l'anno della maggiore età.
Volevo parlare del 1999, ma lo farò un altro giorno.

Oggi sono di buon umore,
avanti un altro.




Pearl Jam




CORDUROY

The waiting drove me mad...you're finally here and Im a mess
I take your entrance back...cant let you roam inside my head
I dont want to take what you can give...
I would rather starve than eat your bread...
I would rather run but I cant walk...
Guess Ill lie alone just like before...

Ill take the firmest path...oh, and I must refuse your test
A-push me and I will resist...this behaviors not unique
I dont want to hear from those who know...
They can buy, but cant put on my clothes...
I dont want to limp for them to walk...
Never would have known of me before...
I dont want to be held in your debt...
And Ill pay it off in blood, let I be wed...
And Im already cut up and half dead...
Ill end up alone like I began...

Everything has changed, absolutely nothings changed
Take my hand, not my picture, spilled my tincture

I dont want to take what you can give...
I would rather starve than eat your breast...
All the things that others want for me...
Cant buy what I want because its free... (2x)
Cant be what you want because im...

I aint sposed to be just fun
Oh, to live and die, let it be done
I figure Ill be damned, all alone like I began...

Its your move now...
I thought you were a friend, but I guess i, I guess I hate you...






martedì 9 dicembre 2008

Il piano

Apro parentesi:
Primo giorno di lavoro.
Un gran malditesta. Mille cose nuova da imparare. Mi hanno affiancato a questa giovane ragazza che è disordinata quanto me. Abbiamo fatto i tuffi tra le carte sulla scrivania. Specialità a candela, di testa e a bomba.
In gnerale comunque mi è sembrato tutto positivo. Anche dare del tu al proprio capo (che nel Veneto si dan tutti del tu).
Chiudo parentesi.



Gheorghos (leggi Yorgheos) è stato una brillante cometa nel panorama dei personaggi che hanno attraversato la mia vita (o io ho attraversato la sua se preferite).
Tanto breve quanto intensa è stata la nostra frequentazione che mi è sembrato di vivere tre volte in quel periodo.
Stiamo parlando ovviamente di Preston 2002-Liverpool 2003.
Fu lui per primo ad ipotizzare l'idea di un piano. E oggi mi chiedo se non avesse letto "Il pendolo di Focault" di Umberto Eco.
Ci incontrammo parecchie volte durante le feste Erasmus dell'università del Central Lancashire. Feste che presero poi il nome di Fiestas Espanolas.
Ci studiavamo da lontano, ascoltavamo i versi imparati a memoria dei nostri ospiti.
A casa di A. lessi nei suoi occhi una grande curiosità per il mondo.
Dissi dentro di me: "quest'uomo ha qualcosa da dire". E glielo dissi.
"tu hai qualcosa da dire. Qualcosa da dirmi".
Per un anno non abbiamo smesso di raccontarci cose, teorizzare altre, ridere, bere, fumare, e andare a donne.
Ghoerghos non aveva i tratti tipici dei maschi greci. Era biondo. alto, dinoccolato e sornione. Aveva il vezzo di annuire a chiunque lo stesse guardando.
Suo padre era nato in Russia e sua madre al Cairo.

Mi introdusse nella sua piccola confraternita di filisofi, nonostante io facessi fatica a stergli dietro.

Ci accompagnava Thierry, un ragazzo Ruandese, nerissimo e magrissimo, le donne impazzivano per lui. Io invidiavo il suo poter indossare qualsiasi abito di qualunque colore senza mai stonare. Parlava inglese come nei ghetti newyorkesi.
Non si capiva una mazza.
Qualche volta tirava fuori le foto della sua famiglia, di cui aveva scarse notizie.
Storie di guerra civile. Storie molto tristi.

Il quarto fratello filosofo era Mark, un ragazzone tedesco.
Mark rideva sempre, e si riempiva di canne. E di birra. E di peperoncino piccantissimo.
Quando lo conobbi mi venne in mente una sola frase:
"You're german eh? germans are the beginning of the end".
Ci ridemmo sopra per un weekend filato.

Forse proprio quel weekend, sfatti di droga e alcol gettammo le basi del piano.
Nel piano potevamo scegliere il futuro dell'umanità. La fine dell'odio raziale, della distruzione del pianeta.
Sembrava che ogni pezzo del puzzle trovasse sistematicamente la sua posizione.
Ipotizzammo valori e numeri e ci lavorammo sopra. Davvero.
Selezionammo qualità genetiche e percentuali di mescolanza.
Finche non capimmo di essere arrivati tardi. Qualcuno ci aveva già pensato. Ma al contrario.
Ne parlammo per settimane, mesi. Affinammo le nostre idee e ne venne fuori un opera incredibile.
Quando fu chiaro che stavamo per dividerci promettemmo che qualunque cosa avessimo fatto nella vita, avremmo seguito il piano. E che il piano sarebbe stato messo in pratica senza mai usare la violenza.
Mark partì per la germania e Thierry si perse tra mille corsi universitari.
Gheorgos si diede anima e corpo nel salvare una ragazza tanto maniaca quanto bella.
Ed io decisi di scappare in Messico.

Dopo qualche tempo ho rivisto Gheorghos a Liverpool.
Non ero piu andato in Messico.
La sua ragazza stava meglio.

Nei nostri occhi con al lato il Mar d'Irlanda e senza pronunciare una parola, giurammo ancora di seguire il piano.

In bocca al lupo Fratello Gheorghos, ovunque tu sia.

lunedì 8 dicembre 2008

Considerazioni notturne

Sono le due di notte. In tv ci sono le repliche dei vari reality show.
Una sola cosa mi preme di dire:

L'umanità merita l'ESTINZIONE.




davvero.

sabato 6 dicembre 2008

Y que tal si lo pego por esto?

Ecco il video che vi avevo promesso.
Se non morite dalle risate significa che non lo avete capito. PUNTO.




Poi una piccola considerazione maschilista.
Dopo aver steso un nuovo concordato di pace con Silvia, mentre facciamo le manovre di disimpegno (dette anche coccole) le intimo di dirmi dove ha nascosto lo scontrino.
Quale? il suo!
Perchè voglio riportarla indietro al negozio e cambiarla. Vorrei prendermi il modello filippino, che lava, stira, cucina e non capisce l'italiano, così non discutiamo se vedere ballarò o il film per decerebrati su italia1.

Frio.

Mentre aspetto la sincronizzazione di questo maledetto iphone.
E sono già in ritardo nella mia personalissima tabella di marcia.
Volevo avvertire la gentile utenza che:
gli ultimi due post li abbiamo capiti al massimo un paio di noi e quindi mettiamoli da parte per ora. Il segnale c'è stato, il segnale non c'è stato, boh.
A breve seguirà un nuovo capitolo della saga Zax.
Questa sera poi se avrò tempo vorrei pubblicare un breve video di una serie argentina che abbiamo scoperto un po' per caso e che ci ha fatto morire dalle risate. (ovviamente gli ispano hablanti coglieranno meglio, soprattutto se abituati al "dejo" argentino).

In oltre:
Qui fa un freddo tremendo. Ho perso tutti gli mp3, non trovo neanche un film da vedere al cinema e dopo una settimana molto appassionata, Silvia ha deciso di rompere la pace e fare un po' di capricci. Io non so mai come gestire queste cose perchè sono un tipo emotivo.
Fuori c'è la neve sulle cime delle montagne, il nostro riscaldamento è rotto e il natale a Napoli ci costerà una fortuna.
Martedi inizio il nuovo lavoro.
Update terminato.
(scendo per andare in palestra, ma resto col pensiero attaccato alla scogliera, in attesa di una nuvola di fumo, un campanello, un fischio, insomma qualcosa)

mercoledì 3 dicembre 2008

segue i post esistenziali della settimana.

Che paura è stata perdermi.
E per perdermi è stato necessario perderti. Perchè eri il mio faro. Quello che ti dice dov'è la scogliera quando esci in mare aperto.
Poi qualcosa non ha funzionato. E la luce si è spenta.
Ed io ho remato e remato, verso il largo. Perchè pensavo che li avrei trovato un altro faro. Un'altra scogliera.
Per mesi e anni mi sono steso al sole di altre spiaggie. Parlavo con gabbiani e sirene.
Un paio di marinai mi hanno riferito che eri ancora un faro, un bellissimo faro tutto orgoglioso sulla punta dello strapiombo.
E altri anni.
Ho ricomprato una piccola imbarcazione, due remi ed è cominciata la navigazione.
Verso la sorte, verso la vita. Ma è stato solo fare un giro piu largo verso casa.
Tu sei la casa.
Alla luce dell'alba il tuo profilo si è confuso con quello di mille altre scogliere.
Gettavo la rete da pesca e rialzavo pesci che non erano quelli dei tuoi mari.
Ad ogni balena, ogni capidoglio che passava dinnanzi a me chiedevo se conoscessero il faro che illumina la notte della mia isola.
Finchè un delfino gallego ha preso a cuore la mia tristezza e scortato da mille sirene mi ha ricondotto davanti al tuo strapiombo.
La tua luce è ora intermittente, a volte passa e mi saluta, a volte gurda in altra direzione.
La mia rete ha pesci luccicanti che io porto in un fagotto sulla mia spalla mentre mi arrampico sulle tue roccie.
A metà strada mi illumini e sorridi e io ti chiedo un segno.
Un segno che indichi che la fatica ha senso.
Ti giri dall'altra parte, forse i tuoi no valgono come dei si.

Nettuno ha detto di non girarmi a guardare il basso. L'acqua è distante.
Devo salire e portarti i doni del mare.
Ma le forze mi mancano. La mia barca è persa alla deriva e la rete s'è impigliata.
Le sirene non cantano più e i delfini sono migrati.
Sono solo un'altra volta.
Illuminami ancora.
Ascoltami di nuovo e sarò sulla tua cima per il resto della vita.