lunedì 22 febbraio 2010

Nowhere




Sono ancora vivo.
Anche se non sò più né come né quando.
Domani torno a lavorare.
Tutto quello a cui penso sta in quel cazzo di ufficio.
Il campo visivo dei miei sogni si è molto ristretto.
Non riesco a mettere a fuoco le priorità.
Sono quasi strangolato dalle paure.
Un giorno va bene e il giorno dopo vorrei allontanare tutti.

C'è una sfida che mi chiama:
tornare ad essere Zax.

E' come un percorso di orientiring.
Ci sei solo tu in mezzo al nulla e devi trovare la strada.
E' solo lunga, faticosa e piena di insiedie.
Ma la luce, se ci deve essere una luce alla fine, io la vedo già.
E si chiama sicurezza.

mercoledì 17 febbraio 2010

La guerra ai tempi del blog

Un idiota del Kentucky (o una idota del Kentucky), che vive in una cittadina chiamata Shepherdsville, luogo tristissimo, nella noia del mercoledi sera (ora degli stati uniti centrali) ha scritto su google "you y" e così è arrivato al mio blog.
Questo, che per voi sarà una sciocchezza, mi dà un fastidio che non avete idea.
Chi è questo Yankee che viene a farsi i cazzi miei ?
Che vuole? esportare la democrazia sul mio autoritario blog?
Mi aspetto un lancio di missili patriot digitali che uccideranno la popolazione civile del blog, una invasione di marines cybernetici e petroldollari in tagli da un bit per la ricostruzione.
Oddio è finita.

martedì 16 febbraio 2010

Male è incrociare i flussi.

Come una brava quindicenne che scrive periodicamente sul proprio blog, oggi, dovrei cominciare più o meno così:

caro diario
oggi è stata una giornata di merda.

Crisi di panico a metà mattinata.
bile a mille nel primo pomeriggio.

Sindrome acuta da abbandono verso le 16. (Gli amici preferiscono fare la spesa piuttosto che venirti a trovare, capì o' Zà?)
Fame da lupi per tutto il pomeriggio.

Senza togliere la fastidiosa presenza di mia madre per casa.
Con le sue insistenti domande.
Con la sua idea di controllarmi.

Mi rendo conto di sopportarla sempre meno.
Forse perchè mi fà perdere il controllo della mia vita o forse non sò.
Comunque venerdi dovrebbe tornare a casa sua.

Gigi e Ilaria sono misteriosi. Mi guardano, mi parlano, interagiscono con me, ma mi danno l'idea di tramare qualcosa.
(in realtà sospetto che mi odino, mi sforzo di convincermi che è solo una mia fobia).

Ieri ero molto preso da alcuni ragionamenti sulla complicità, oggi vorrei scappare su di un isola deserta.

Mi scrive M. da Buenos Aires (ah Ghirigori, abbiamo degli amici in comune te l'ho detto? Sono stato a casa di giovanni truppi a Roma qualche settimana fà con M. B. e suo cugino Edo), sta bene, come al solito immerso in mille cose che gli invidio.
Mi piacerebbe raggiungerlo presto. Ma non sò se lo ha capito. Mi voglio trasferire in sudamerica di nuovo.
Magari con Silvia.


No magari quest'ultima cosa no.
Però la lascio lì non la cancello.

lunedì 1 febbraio 2010

L'amore ai tempi del Baumann

Non ricordo cosa ha detto D.
Era venerdi sera credo.
Mi ricordo però distintamente la sensazione di felicità.
Era lei, era maledettamente LEI.

La donna che vorrei. La donna che avrei voluto. La donna che avrò.

Parlava di complicità, di parole non dette, di me.

Perchè i grandi amori sanno aspettare... aspettare e aspettare e aspettare. (maledizione)

E nei grandi amori si è grandi abbastanza per essere complici senza escludere il resto del mondo.
Senza fare un piccolo universo dal quale non esce e non entra niente, (mannaggia!!)
I grandi amori sanno mantenersi senza consumarsi.
D., in un attimo, è diventata il mio 100%.