martedì 29 giugno 2010

Lettera che non spedirò mai.

Ciao T.
e così, come mille altre volte prima, mi hai fatto cuocere nelle illusioni e poi non ti sei presentata.
E pensavo che con la maturità acquisita nell'ultimo decennio fossi in grado di stare in piedi nel mondo.
Invece mi arrabbio con me stesso per aver creduto ancora che tu potessi essere diversa.
Me lo dicevo, "guarda che è un bluf", come l'ultima volta o come quella prima ancora.

Mi ricordo di te, mi ricordo tutto e soprattutto mi ricordo quello che tu fai finta di non ricordare.
Eppure in tanta merda ci saranno due o tre cose da salvare, qualche momento veramente magico.
Ma sono momenti miei, significano qualcosa solo per me e non voglio più dividerli con quella specie di fantasma che sei diventato.
Non ti meriti neanche il ricordo di quando eri migliore.
Non illuderti, non ti odio. La tua solita difesa.
Ma voglio che tu sappia che come essere umano per me non vali un cazzo.
E non m'importano i tuoi disturbi mentali, le tue pillole antidepressive, il tuo egoismo.
Tu sei triste come la tua vita. E ti meriti.

E non sono dispiaciuto nel saperti ancora attaccata alla periferia del mondo, sotto il peso della tua famiglia e delle tue scelte.
Il destino non esiste T., esistono la forza ed il coraggio, l'amicizia e l'amore.
E tu non hai saputo riconoscere il coraggio e l'amicizia che ti offrivo.
Ma non ti mancheranno.
Qui fuori, dove mi trovo, esiste il mondo.
Esistono persone alle volte incredibili o eccezionali, luoghi che neanche ti immagini, punti di vista completamente nuovi e nessuno di questi ha mai acceso una scintilla di vita dentro te.
Sei spenta.

E forse, nascosta dietro un diario ed uno zaino, eri spenta anche a quindici anni.

Quando mi hai scritto di lasciarti stare non ero sicuro se lo volessi davvero. Ho pensato che poteva anche essere una richiesta al contrario, conoscendoti contorta nei tuoi ragionamenti, ma mi hai così scioccato che non riuscivo a credere di essere io lo stronzo in mezzo alla strada che tentava di trovare un punto di contatto con te.
Vittima dell'ennesimo trucco dei tuoi, ero così furioso con me stesso che ho deciso di non concedere ulteriori crediti ad una persona come te.
Quello che di buono, di bello, di giusto c'è stato tra noi si è annullato con il tuo negarti.

Non voglio fare la parte dell'amante ferito, dell'amico ripudiato, dell'uomo offeso nel quale pure mi riconosco con tutti i limiti del caso. Certo che ci sono cose che non ti spieghi, cose che non possono esistere, come te.
Tu non puoi esistere. Non si può essere semplicemente come te.
Forse sei solo la mia eterna chimera, il sogno in ogni sua forma che più ti avvicini e più si allontana.
Forse sei la mia punizione, il limite umano ai miei sogni.

In ogni caso T, comunque sia... vai a farti fottere.

lunedì 28 giugno 2010

Sopravvivenza

Dieci cosa da evitare quando si è nervosi.

L'incazzatura si sà, è roba che capita a tutti.
Ma ci sono dei consigli per evitare che una brutta giornata diventi un incubo.

Se stamattina ti sei svegliato nervoso:

Stai lontano dal distributore di merendine.
Non giochicchiare con un pacchetto di sigarette pieno.
Non andare in posta a pagare un bollettino.
Non frequentare donne mestruate e/o in cinta.
Non frequentare donne.
Non mangiare cibi privi di grassi insaturi.
Non chiedere un estratto conto alla tua banca.
Non parlare, assolutamente non parlare, con i condomini vecchi del tuo palazzo.
Non tentare di riparare oggetti meccanici (evita soprattutto quelli elettronici, hanno un anima diabolica).
Non iniziare una dieta.
Non ritirare la macchina dal meccanico.

E dieci cose da fare assolutamente.

Se stamattina ti sei svegliato nervoso:

Caffè sigaretta e cagata che Dio la manda.
Fai 180 km/h su una autostrada (deserta per favore) a cavallo di una saetta travestita da moto.
Prenditela con l'ultimo stronzo di un supermercato qualsiasi che non sà dove si trovino i dopobarba per pelli sensibili (digli: come quelli per la tua faccia da culo) e digli che lo sputtanerai con il suo capo e allontanati da lui fissandolo dritto negli occhi con fare minaccioso.
Fermati al bar sport a fare colazione con due brioche e tre caffè amari, di cui l'ultimo shakerato e corretto alla grappa.
Fatti fare un pompino prima delle undici di mattina da una donna ma senza parlarle (mima le tue intenzioni).
Fatti una sega verso le 15.
Scommetti duecento euro su un cavallo anche se non sai nulla di ippica e che vincerà.
Esci con i vecchi amici del bar, passa una serata di sconvolgimenti continui e alcol.
Mangia una fiorentina da 750 gr.
Trombati un mignottone di alto borgo spendendo tutti i risparmi del mese, e lascia che per una piccola mancia extra si lasci andare fino in fondo e chiudi gli occhi subito dopo l'orgasmo.

Il giorno dopo, ovunque tu ti sia svegliato, sarai meno nervoso.
Altrimenti riprova a seguire i miei consigli finchè non migliora.

venerdì 25 giugno 2010

Friday night show



Da quando abbiamo formato il gruppo ogni weekend ha più senso.
Prima, prima del gruppo, i fine settimana potevano essere parecchio smorti.
Non abbiamo ancora un nome ma tanta voglia di divertirci.

Quando avevo quindici anni e sognavo di diventare una rock star mi prendevo molto sul serio.
Oggi l'obiettivo del gruppo è passare dei fantastici venerdi sera. Bevendo, fumando e suonando quella carica esplosiva che chiamiamo rock and roll.
Ci contagiamo gli uni con gli altri, ci passiamo energia al solo contatto visivo.
E poi giù di risate e accordi.
Nel giro di tre mesi, il venerdi, giorno di prove in sala, è diventato di gran lunga il miglior giorno della settimana.
E non importa se ci arriviamo stracchi, scoraggiati, tristi e sfondati. Dopo quattro ore di prove sembriamo pargoli all'uscita di scuola.
Affianchiamo alla nostra vita di musicisti fai da sé, attività extracurricolari volte a rinforzare lo spirito di gruppo.
Perchè lo spirito in una cosa come questa è tutto.
Quindi potete trovarci spesso in una malga di montagna il sabato e la domenica davanti a quell'enorme camino mangiando carni alla brace e bevendo grappa, poi quando gli animi sono abbastanza caldi, via le luci e su lo stereo a palla e inizia il club del rock and roll. AC/DC per capirci.
E ditemi se non è una storia fantastica.
Finalmente!

lunedì 21 giugno 2010

Il SOCIO


Quando c'era G. per casa, la sera si facevano sempre due chiacchiere, anche quando non ne avevamo voglia.
Era invece una terapia contro lo stress che oggi rimpiango.
G. non aveva particolari pretese e per questo lo stimavo molto. A lui bastava una piccola tv, un bel film, qualcuno con cui scambiarsi le impressioni sul tempo e sui fatti semplici della vita.
G. era onesto (e lo è ancora), la malizia della vita gli scivolava di dosso.
L'ho conosciuto una sera ad una festa, dieci anni fà.
Mi chiese di riaccompagnarlo a casa con la macchina e quando arrivamo scese senza né ringraziare né salutare.
Mi piacque subito!
Dopo lo si vedeva sempre in simbiosi con R. che suonava il basso con il nostro piccolo gruppo punk del 2000.
Quando R. divenne una figura fissa a casa mia, lo divenne anche G.
G. era taciturno, parlava poco (ma più di oggi stranamente).
All'inizio non mi pare che lo degnassimo di tanto interesse.
Ma le cose cambiarono in fretta.
Mi ricordo che durante una nottata passata a girare nel quartiere-pancia alla ricerca di un modo per sfogare le nostre voglie di giovani adolescenti, già abbastanza divelti a causa dell'alcol e delle droghe, scoprimmo che G. era capace di fulminanti pensieri filosofici brevi e precisi.
Ora non ricordo neanche una delle perle di saggezza che ci regalò in quei due anni passati a Napoli.
Fu lui, con un guizzo da vero commerciante navigato, ad aprire i giochi di quello che più in là divenne la nostra attività imprenditoriale dei diciott'anni.
Fu lui a scegliere l'ufficio, ad aprire i giochi e a stabilire i prezzi.
Soprattutto i prezzi.

Qualche mese più tardi, complice una reciproca voglia di viversi, mi spronò a diventare EROE e ad uscire dal giogo economico nel quale la nostra attività stagnava. (disse proprio così: E adesso, socio, siamo eroi!)
E fummo eroi, temerari, capaci di gesti grandiosi. Almeno a diciott'anni mi sembrava così.
Il nostro sodalizio crebbe fino a diventare scomodo per le mogli/fidanzate e anche per gli altri amici.
Forse per la deriva alcolica che stavamo prendendo.
A nulla però valsero i loro tentativi di separarci.
G. veniva la mattina alle undici a svegliarmi a casa di mia madre.
E ci veniva tutte le mattine della settimana.
Aveva una bottiglia di whisky sotto il braccio, gli aprivo la porta ancora con le righe del cuscino in faccia e dopo due minuti stavamo facendo colazione con Bayles e hashish.
Poi storditi & stonati come potevano esserlo Butch Cassidy e Sundance Kid (ai quali ci ispiravamo) scendevamo in strada con le nostre andature storte e andavamo a caccia di fighe (ai tempi le chiamavamo ancora ragazze...o femmine).

Un paio di anni dopo fui io a tradire l'amico G.
Decisi di partire per l'inghilterra e non ci furono cazzi a fermarmi.
Questo gettò la nostra amicizia in quel tunnel della memoria pieno di volti dei quali poco per volta ci si dimentica i nomi.
Continuammo a sentirci sempre più sporadicamente.
Alla fine G. divenne uno dei tanti contatti internet con i quali non si va oltre ad una email ogni due anni.

Poi ci ritrovammo.
A Napoli ovviamente.
G. mi propose di ospitarlo a Verona per un po'.
Arrivò una domenica sera piovosa e fredda e restò da me per un paio di mesi.
Il tempo che abbiamo passato insieme mi sembra vissuto il doppio!
Oggi un amico con il quale discorrere di qualsiasi scemenza senza un briciolo di serietà o di cose serie senza ironie di sorta è difficile da trovare.
Per fortuna io ho G.

mercoledì 16 giugno 2010

Afo-ritmo (aformisma algoritmato) altrimenti detto: considerazioni disperate in inglese.

Having no debit card (bancomat)


gets you no problem with your overdraft limit, but it won't help you dating a girl.
In case of loss of your bank card you might consider asking out bank employees directly.

domenica 13 giugno 2010

Balancing your Karma!


Per bilanciare l'entusiasmo dei giorni scorsi, il fato, la divina provvidenza, la fortuna, il destino, l'universo e Shiva (nell'immagine) hanno deciso di saldare il conto del karma così:

BOLLETTA DEL GAS (conguaglio) € 692
Cos'altro ci aspetta?

mercoledì 9 giugno 2010

Non sarai mai mia!

Non ne posso più sono disgustato.
Mi avevano detto che tutte le cose sono a nostra disposizione, che basta sbattersi abbastanza per ottenerle.
Non ho mai ceduto, neanche un dubbio per anni.
Adesso, nonostante abbia provato di tutto, c'è qualcosa che non riesco ad afferrare.
Qualcosa che non sarà mai mia.

A Mà, miett a nutèll 'ngopp a mensola cchiu a basch!

Siamo proprio terra terra.

Il tram a muro (parte I)

Sono sveglio da quattro ore e sto fumando la quinta sigaretta.
Napoli, alla fine, è sempre quel posto privo di regole che condiziona anche la mia scelta di non fumare.
Sto bene, ma attorno è come se fosse tutto di plastica.
Questa era la città di quando avevo vent'anni e nonostante sia rimasta uguale, per me è solo finzione.
I palazzi, le strade, i posti che mi hanno visto ragazzino e adolescente sono sempre lì, statici, immersi nello stesso clima, con le stesse facce. E non può essere vero.
Non può non essere cambiato niente. Eppure...
Le donne, che sono bellissime e cariche di sensualità, hanno lo sguardo basso, sono arrese.
Portano sulle spalle il peso di una vita piena di emozioni forti ma destinata all'infelicità, all'insuccesso. Con il tempo mi immagino che perderanno anche loro la voglia di sognare e si accontenteranno di una vita senza immaginazione.
E' triste.
Basterebbe così poco per mostrare a questa gente, alla mia gente, che tutto è possibile. Anche l'amore è veramente possibile, essere felici, trovare il proprio spazio su questa terra, è tutto a portata di mano. Basta andarsene.

Ho detto che sto bene?
No sto male, sono un disadattato.
Alle volte mi andrebbe di urlare in faccia ai miei amici rimasti qui che non bisogna arrendersi.
Altre volte mi assale la tristezza e vorrei scappare via e non tornare più.
E da quando ho messo piede qui ho una voglia matta di vedere S. che normalizza tutte le mie paure e sà ascoltare. Quanto è arrivata a conoscermi!
Si perchè Napoli è piuttosto ostile con i suoi figli che se ne sono andati.
Ma S. è a Verona e non la vedrò per qualche altro giorno ancora.

La mia missione qui è quasi conclusa.
Dopo aver salutato i miei genitori, gli zii, i nonni e dopo aver fatto il valtzer dei pranzi familiari sono pronto a dimenticare che qui c'ho lasciato l'anima.
L'ho sotterrata da qualche parte tra il quartiere-pancia e il vecchio istituto superiore.
Lì da qualche parte, sui muri e per le strade, ho lasciato il fiore delle mie passioni, ho lasciato donne che ho amato, ho lasciato amici che pensavo eterni.
E non c'è nulla di più triste che realizzare di aver perso tutto.
Insomma io qui non c'entro più nulla.
E la mia unica colpa è di essere andato via.

Sono tremendamente triste. Oggi.