mercoledì 5 agosto 2009

Dove i destini si sbagliano

Dove i destini si sbagliano.

A quindici anni ne hai di voglia di buttare fuori tutte quelle tossine che accumuli in smisurati e ormonali giorni di scuola.
E' l'età dicono.
C'è un mondo fuori con il quale hai difficoltà a comunicare: genitori, amici, l'altro sesso, la scuola.
Apri una vecchia agenda e ci disegni sopra cuori, fiori, alberi, nuvole poi la cosa si evolve, anzi TU evolvi e se non hai la sensibilità di un monolite puoi cogliere un raggio di sole di un pomeriggio a casa come un qualcosa di vagamente romantico, indistintamente piacevole.
Quindi le nuvole e i fiori si trasformano in didascalie, frasi, pensieri e pensierini.
Sei salito su un piccolo trampolino e stai per lanciarti, inconsciamente.
Alla prima poesiola che dedichi alla compagna o al compagno di scuola possiedi già tutte le capacità di stupire i tuoi genitori.
E se questi non sono invidiosi e altezzosi, ti incoraggeranno ad andare avanti.
Qualcuno nelle sbiadite foto di famiglia ha già intravisto una promessa.
Uno scrittore, un giornalista. I più pragmatici vedranno magari un pubblicista che scrive messaggi ingannevoli per spumanti e gioielli.
Si proiettano ombre sul tuo futuro. Grandi progetti.
Ma tu sei ancora quel puffo lì, alto un metro e cinquanta che monta e smonta i pezzi Lego per fare astronavi veloci abbastanza da portarti, le sere, in galassie lontane dove non abitano né insegnanti né registri con voti.
E poi, tanto, loro non ti capiscono. Che ne sanno di cosa provi per Maria, Giovanna, Filippo o Marco.
Hai la saccenza di conocere ogni angolo del tuo mondo. E siccome è solo il tuo, le regole te le imponi da solo e magari le disattendi pure.
Quindi nei temi in classe decidi di stupire e stupirti, scrivi con la velocità di un razzo e la foga di un ultrà.
Ma non se ne accorgerà nessuno.

Oppure se ne accorgerà qualcuno. Qualcuno che ti guarda senza essere visto.
Il gioco inizia a piacerti, scrivi, fai leggere, leggi e rileggi.
I tuoi coetanei non capiranno un cazzo, ma tra i grandi c'è chi sente di trovarsi davanti al se stesso di mille anni prima e vuole aiutarti a prendere forma.
Anzi ti fa salire su un trampolino poco più alto.
"I classici, servono i classici"
"cosa vuoi scrivere se non hai letto prima una montagna di libri?"
E allora via, finalmente quando leggi libri dai titoli pallosissimi, hai l'impressione che per la prima volta stai studiando qualcosa di utile, qualcosa di concreto, che serve davvero.
E' così che noi presunti scrittori/giornalisti in fascie ci siamo sorbiti di tutto di più.
E poi le tecniche!
I "qui" e i "lì" che permettono al lettore di sentirsi al centro della scena, compagni di sventure del loro protagonista.
Infine ci devi avere anche qualche cosa da dire, cazzo.
Ché mica puoi imitare lo stile e le storie degli altri.
Un trampolino più sù superi la paura di raccontare i cazzi tuoi in modo neutrale e permetti a chi si prenota con alzata di mano, di leggere cosa scrivi.

Una mattina di sole ti telefonano da non-si-sà-dove.
All'altro capo del telefono c'è non-si-sà-chi.
Ti dice che sei un testone e che hai vinto un concorso letterario.
Anche se non ricordi di averci partecipato.
Iniziano le telefonate di conferma, qualche congratulazione.
Sei su un trampolino abbastanza alto.
Un editore sta "valutando" la possibilità di pubblicare le tue masturbazioni di inchiostro.
Zac!

Più su sul trampolino olimpico ci sono i grandi, i campioni, le olimpiadi di scrittura.
Ma sei già bello alto per avere i tuoi sedici anni.
E forse non hai letto tutti i classici che ti hanno prescritto.
Forse non hai neanche il talento che alcuni ti affibiano.
Le gambe ti tremano.
Allora salti dal trampolino intermedio e non fai una grande bella figura.
Sei scoordinato.
Quando entri in acqua come un meteorite impazzito e bevi pensi che scrivere non sia il tuo sport.
In un attimo un castello enorme ti cade addosso.
I tuoi ti sorridono ancora per poi ricordarti in ogni momento che hai fallito.
Ti dicono che quella era la tua strada, la tua dote e non l'hai saputa valorizzare.


Anche quando pare chiaro che la tua strada passa per altri paesaggi e che le tue doti non sono necessariamente letterarie, loro continueranno a pensare che il destino è uno solo e che non è possibile cambiarlo....al massimo si può sbagliare strada.

Nessun commento: