martedì 20 aprile 2010

Percezione e Prospettive.

Il primo capitolo del primo vero libro che scriverò un giorno si chiamerà certamente PERCEZIONI E PROSPETTIVE (e non si tratterà di un manuale di architettura).
Sono due parole che ogni giorno mi ossessionano.
Perchè nel bene e nel male la mia vita (la percezione che ho di me e delle mie cose) è dedotta dall'osservazione dei comportamenti altrui.
E' complicato lo so.
Proviamo con un esempio scientifico:
Lo scienziato bombarda un qualsiasi atomo con un fascio di luce.
Poi in base alle reazioni che ottiene deduce che l'atomo è fatto di tanti protoni, elettroni, ecc.
Torniamo a me, io interagisco con altri umani e in base alla loro reazione cerco di farmi un'idea di se gli sono simpatico, antipatico, indiferente, utile, affidabile, interessante.
Raccolte un tot di reazioni faccio un calcolo statistico molto semplice:
Se il numero di reazioni positive ai miei stimoli è superiore alla metà delle prove allora io mi definisco una persona tendenzialmente...chè sò...simpatica.
E questo dato per me è fondamentale perchè tutti i successivi calcoli saranno tarati su questo.
E questa è la PERCEZIONE.
Cioè la percezione che gli altri hanno di te che finisce per diventare il tuo vero te, cioè me.

Ma la percezione degli altri è lineare? E' sempre uguale?
Il modo di vedere il mondo di ognuno di noi è diverso perchè diverse sono le PROSPETTIVE.
Ovvero la finestra della nostra casa dalla quale guardiamo il mondo.
Per capirsi: chi abita al 33° piano avrà una vista differente da quello al piano terra.

Se io sono simpatico ad un vecchio ubriacone potrei essere detestabile per una giovane signorina (che esempio del cazzo! Ma perchè non ho invertito gli aggettivi? Una giovane ubriacona e un vecchio signorino..si ecco)

Voi mi direte: è così per tutti o quasi, che c'è di strano?

C'è di strano che se quello su cui hai deciso di tarare il tuo livello di autostima (lui/lei mi stima, allora mi stimo anch'io perchè ci sono altri che mi stimano) è un eroinomane o un insicuro, un cretino o un depresso, tu avrai di riflesso una visione distorta di te.
Moltiplica questi dati per tutti i tipi strani che vedi e/o frequenti nell'arco di una settimana e capirai perchè le cose si sono fatte davvero complicate nella tua vita.

Ci sono pure quelli che se ne fottono degl'altri, (ma sono pochissimi) che seguono la loro strada senza lasciarsi distorcere.
Ma tranquilli io non riuscirò mai ad essere così.

E mi chiedo: ma perchè l'idea di me stesso deve passare per forza attraverso gli altri?
Perché gli altri sono così importanti?
L'uomo è un animale sociale. E vive in società e si evolve con esse.
Forse un uomo che riceve molte visioni distorte di se potrebbe iniziare a perdere autostima, vedendo aumentare il livello di insicurezza e finirebbe per trasformrsi nella sua stessa copia deforme.
Un circolo vizioso che porta in un baratro dal quale è davvero difficile uscire.

Pensateci quando avete tempo.

1 commento:

SospesaNelViola ha detto...

mamma mia che confusione...mi riesce solo pensare ad una cosa: il principio di indeterminazione di Heisemberg(spero di averlo scritto giusto!)