Non ricordo cosa ha detto D.
Era venerdi sera credo.
Mi ricordo però distintamente la sensazione di felicità.
Era lei, era maledettamente LEI.
La donna che vorrei. La donna che avrei voluto. La donna che avrò.
Parlava di complicità, di parole non dette, di me.
Perchè i grandi amori sanno aspettare... aspettare e aspettare e aspettare. (maledizione)
E nei grandi amori si è grandi abbastanza per essere complici senza escludere il resto del mondo.
Senza fare un piccolo universo dal quale non esce e non entra niente, (mannaggia!!)
I grandi amori sanno mantenersi senza consumarsi.
D., in un attimo, è diventata il mio 100%.
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6 commenti:
un'analogia tra te e la disillusione dell'amore.
Mi sono fatto parecchie teorie al riguardo.
Quando vengo a Parigi ne discutiamo.
Intanto quando posso venire? con ale?
io il primo marzo mi appilo definitivamente la recchia e sono dei vostri
"è milano è il fascismo ai tempi dell'amore" (claudio lolli)
quando volete, ragazz! ma prima di giugno, o dopo giugno.
Prima di giugno o dopo giugno? Ci dai un gran bel margine di scelta, forse perché conosci bene l'atavica disorganizzazione di noi napoletani.
Allò: io sono pronto da subito. Prendo delle ferie e vengo. Magari in aereo.
E sicuramente prima di giugno (dopotutto sono di origini toscane e mi vanto di una pratica organizzazione).
Se la Pirera mette giu delle date che vanno bene per lei siamo a cavallo.
Ah robè il tuo post sui pregiudizi incarniti è proprio vero. Ne parliamo a Parigi.
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